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Uomo disabile di 41 anni subisce l’eutanasia: mancavano i fondi per l’assistenza sanitaria a domicilio

Tagert soffriva di malattia del motoneurone (MND), conosciuta in Canada come sclerosi laterale amiotrofica (SLA). La sua malattia ha ridotto la sua capacità di muovere il corpo, mangiare o parlare, tuttavia la sua consapevolezza mentale è rimasta inalterata. I medici hanno raccomandato l’assistenza domiciliare 24 ore su 24 per supportare il signor Tagert.

Tuttavia, la Vancouver Coastal Health, inizialmente offriva al sig. Tagert solo 15,5 ore di cure al giorno, che venivano poi aumentate a 20 ore al giorno, il che significava che il sig. Tagert era costretto a pagare $ 263,50 al giorno per le cure rimanenti di cui aveva bisogno per sopravvivere.

Benvenuti nel grande sistema sanitario canadese

Secondo Grandin Media, sui social media, Tagert ha scritto uno status dove ha spiegato che due funzionari della Vancouver Coastal Health hanno visitato casa sua e hanno confermato che stavano tagliando i finanziamenti per le sue ore di assistenza già di per sé inadeguate.

Dopo aver ricevuto questa notizia, il signor Tagert ha scritto una serie di devastanti status sui social media che recitavano: “Allora, venerdì scorso ho presentato ufficialmente i documenti per la mia morte con assistenza medica, con avvocati e medici, tutto è in ordine. È passato un mese da quando ho presentato il mio appello al dipartimento di qualità per la cura dei pazienti di Vancouver Coastal Health. Non hanno nemmeno risposto … Benvenuti nel grande sistema sanitario canadese“.

Il signor Tagert è stato ucciso mediante suicidio assistito il 6 agosto.

Il Canada è la patria di alcune delle più sinistre leggi sull’eutanasia e sul suicidio assistito del mondo, in quanto anche coloro che non hanno una malattia terminale o quelli che soffrono di una malattia mentale possono essere uccisi mediante morte assistita dal medico.

Da quando il Canada ha legalizzato l’eutanasia nel 2016, ci sono stati almeno 6.749 casi di decessi con assistenza medica, e oltre 803 morti nei primi 6 mesi di legalizzazione. Il 2018 ha visto le cifre di eutanasia canadese salire con oltre 3000 canadesi uccisi dal loro medico.

Quando il diritto alla morte diventa il dovere di morire

Un sondaggio ComRes ha rilevato che quasi la metà della popolazione britannica è preoccupata che se l’opzione di porre fine alla propria vita fosse resa legale, alcune persone si sentirebbero sotto pressione per uccidersi.

Sta diventando sempre più evidente che le leggi sul suicidio potrebbero portare le persone vulnerabili a vederlo come un’opzione terapeutica, in modo da non essere un peso per gli altri.

In un recente dibattito alla Camera dei deputati, la parlamentare Lynn McInnes ha espresso preoccupazione per la possibilità molto realistica che il vulnerabile venga messo sotto pressione per morire. McInnes ha dichiarato: “La mia preoccupazione è che nell’attuale clima, in un momento di budget eccessivamente ristretti del servizio sanitario nazionale e di assistenza sociale in grave deficit finanziario, se la morte assistita fosse legalizzata, inizierebbe a essere vista come un’alternativa al trattamento e alla cura. Esiste un rischio molto reale di un cambiamento di cultura sottile ma pericoloso, in cui pazienti vulnerabili e malati terminali vedrebbero la morte assistita come un’opzione terapeutica, e in effetti il ​​modo migliore per impedire a se stessi di diventare un peso per le loro famiglie, per il SSN e più in generale alla società”.

Durante il dibattito il parlamentare Jim Shannon ha anche affermato che “il “diritto di morire” per coloro che fanno retorica e per i benestanti diventerebbe un dovere di morire per i poveri e i vulnerabili”.

Noi abbiamo il dovere di proteggere i vulnerabili

La direttrice della prima rete di pazienti di SPUC, Antonia Tully, ha dichiarato: “Se la morte assistita venisse legalizzata in Gran Bretagna, potrebbe portare a una riduzione della qualità dell’assistenza sanitaria e al rischio di promuovere la morte come alternativa alle cure mediche. Abbiamo il dovere di proteggere le persone vulnerabili, che meritano una buona assistenza sanitaria e rispetto”.

Tully ha poi continuato: “La storia del signor Tagert dovrebbe servire come un avvertimento lampante per i nostri parlamentari sul fatto che la morte assistita può rendere le persone vulnerabili ancora più vulnerabili. Il suicidio assistito è una risposta disumana alla sofferenza. È una strada pericolosa da percorrere”.

Nota LifeNews: per gentile concessione di SPUC. La Society for the Protection of Unborn Children è un’organizzazione pro-life leader nel Regno Unito.

Fonte: LifeSiteNews

Traduzione di Fabio Fuiano

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