Jannifer Lake, dà alla luce il suo bimbo durante la malattia
Oggi parliamo di una storia difficile, così commovente che fa versare più di qualche lacrima, stringere il cuore e mancare il respiro. Riguarda una ragazza giovanissima che ha mostrato un coraggio da far tremare i polsi.
Le femministe definiscono spesso l’aborto come “un dramma”, nel senso che “non è che le donne vanno ad abortire a cuor leggero”, cosa generalmente vera, ma a loro serve per prendere di pancia i pro life e far loro dimenticare cos’è in realtà l’aborto: cioè l’omicidio di un essere umano innocente.
Ma non voglio riempirvi la testa con la retorica, veniamo alla storia.
Parliamo di Jennifer Michelle Lake, nata nel Idaho (USA) nel 1993. Lei era una normalissima ragazza, che frequentava la scuola, amava stare con il fidanzato, con gli amici e coltivava i progetti che si hanno a 16 anni. Sì, 16 anni, perché la nostra storia inizia nel 2010.
Cosa l’ha portata alla ribalta? La tragedia che ha vissuto? No. È il modo in cui l’ha vissuta.
Noi inizieremo a parlar di lei, suo malgrado, dal momento in cui, accusando dei fortissimi mal di testa, fa una visita e scopre di avere un tumore al cervello, il quale, senza sintomi si era già espanso ad altri organi. I medici dissero ai genitori che facendo chemioterapia e radioterapia, avrebbe vissuto qualche anno, non di più.
Proprio in quel periodo, all’inizio del 2011, Jennifer resta incinta del fidanzato Nathan, che allora aveva 19 anni. Lei ne fu molto felice, perché desiderava da sempre di essere madre. Ma c’era la malattia. Una spada di Damocle pendeva sulla vita di Jennifer: o continuare le cure, a rischio che queste uccidessero il bambino che viveva dentro di lei, o sacrificare se stessa per salvare suo figlio.
Che strazio pensare ad una ragazza così giovane che deve fare una scelta così dura!
Lei però ha ascoltato il suo cuore. Ha scelto la vita. Ha scelto di interrompere le cure e di far nascere il suo bambino.
Chad Michael è nato il 9 novembre del 2011.
La madre di Jennifer racconta al Daily Mail che, dopo aver partorito, la ragazza disse all’ostetrica: “Ho finito. Ho fatto quello che sentivo di dover fare. Il mio bambino sarà al sicuro qui”.
Dopo 6 giorni Jennifer e il suo bambino tornarono a casa, perché lei aveva scelto di godersi ogni singolo istante con suo figlio, senza preoccuparsi di altro.
Il 21 novembre 2011 Jennifer morì tenendo suo figlio in braccio e senza aver mai mostrato segni di pentimento.
La famiglia di Chad Michael non ha mai nascosto al bimbo nulla della vicenda che lo ha riguardato, gli ha sempre insegnato quanto amore sua madre gli abbia dato. Lui saprà di non aver potuto conoscerla, ma saprà altresì quanto sia stato così teneramente ed eroicamente amato, come solo una madre può.
Non so voi, ma questa storia a mio avviso va oltre a qualsiasi termine di paragone, oltre a qualsiasi opinione. L’amore, il coraggio e la maturità che una ragazza di soli 16 anni ha dimostrato mi lascia profondamente commosso. Non so e non voglio aggiungere altro, perché questa è una storia che insegna il valore della vita, dell’amore, quello vero, quello che rende capaci di consumarsi per l’altro, parla da sé. Viva la Vita!
Francesco Chilla
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