Se non fossimo così impegnati ad uccidere faremmo scoperte per la vita!
Riportiamo qui una storia che Jerome Lejeune racconta nel suo libro, “Il messaggio della vita”. È significativo constatare che quando ci si impegna per procurare la morte nessuno sviluppo è possibile per l’umanità. Quando si lavora per questo, e lo si chiama pure “diritto”, non solo non si va avanti, ma si regredisce a quelle epoche in cui si poteva essere uccisi per un nonnulla, basti pensare alla situazione dei bambini a Sparta oppure quella degli schiavi nell’antica Roma e nell’America ottocentesca. L’ideologia non fa progredire l’uomo, ma lo riduce ad oggetto, senza che nemmeno se ne accorga. Noi però ce ne siamo accorti: abbiamo visto i più tremendi massacri in nome di concetti vacui e ipocriti come “altruismo” e “diritti”, mossi solo e soltanto dall’emotività che ormai spadroneggia. Molti pro-choice affermano che l’aborto sia necessario per sopprimere “vite non degne d’essere vissute”, senza rendersi conto che invece tante malformazioni esistono ANCHE a causa di una mentalità volta a distruggere la vita piuttosto che a promuoverla. Sarebbe invece logico cercare di lottare per la VERA ricerca scientifica, volta a salvare vite, non a sopprimerle! Questo è semmai il vero progresso!
Rinnoviamo, come in precedenza, l’invito ad amare i propri figli con l’utero, né col cuore, né con la mente. Il nostro corpo sa qual è il suo scopo e lotterà fino alla fine per raggiungerlo a meno che non gli venga impedito.
Circa quarant’anni fa un abortista di nome Thiersch, negli Stati Uniti, stava cercando di applicare alla distruzione dei bambini un farmaco, l’aminopterina, che blocca l’azione di una vitamina, l’acido folico. È proprio per questa ragione che l’aminopterina si usa contro il cancro: previene la formazione di gruppi monocarbossilici, gli elementi più piccoli utilizzati nella formazione del DNA e del RNA, molecole che trasferiscono l’informazione dal nucleo al citoplasma, e così rendono possibile il funzionamento delle nostre cellule. Se si blocca l’acido folico con l’aminopterina, la cellula non è in grado di riprodurre il DNA e quindi non si moltiplicherà. Thiersch pensò che, dal momento che impedisce alla cellula di dividersi, il bambino avrebbe smesso di crescere e sarebbe stato abortito. Infatti è ciò che succede, e uccise in questo modo circa quaranta bambini quarant’anni fa. Alcuni però sopravvissero a lungo nell’utero, ma mostravano gravi deformazioni del cervello e del sistema nervoso, spina bifida o anencefalia, poiché il tubo neurale non era del tutto chiuso.
Nella relazione su questi dati riferì con rammarico che anche se l’aminopterina era efficace nell’uccidere i bambini in utero, era pericolosa per la madre (alcune contrassero una pericolosa anemia) e produceva gravi malformazioni, per cui decise che non era una buona tecnica. La sua relazione rimase sepolta nella letteratura medica e passò inosservata. Trenta anni dopo in Inghilterra Smithells (1980) e Laurence (1981) notarono che la quantità di acido folico era bassa nel sangue delle madri i cui bambini mostravano anormalità della chiusura del tubo neurale (spina bifida o anencefalia). Ebbero l’idea di aggiungere acido folico alla dieta delle donne in gravidanza. Oggi l’incidenza della spina bifida e dell’anencefalia in Inghilterra è diminuita di quattro o cinque volte. Se Thiersch avesse fatto sperimentazioni sugli animali per capire il motivo per cui comparivano anormalità della chiusura del tubo neurale, avrebbe potuto capire che, dal momento che un anti folico causava la malattia, come prevenzione si sarebbe potuto usare l’acido folico. Se avesse applicato questa cura, la prevenzione di queste malattie sarebbe in uso nel mondo da più di cinquant’anni. Centinaia di migliaia di bambini sarebbero stati salvati da terribili malformazioni. Ma dal momento che non stava cercando di combattere la malattia, ma di uccidere i bambini in utero, non capì quello che aveva sotto agli occhi. Dato che aveva pubblicato una relazione sull’inefficacia abortiva nessuno la notò. Questa è una storia vera: se non hai la sapienza per sapere cosa stai facendo come dottore, anche se vedi i fatti non li comprendi. Niente sapienza, niente comprensione.
Fabio Fuiano
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