La necessità di riscoprire la bioetica: parte un nuovissimo corso ad ottobre!
Carissimi amici, abbiamo recentemente avuto notizia che il prossimo 17 ottobre avrà inizio la IIIaedizione del corso di bioetica, coordinato dalla professoressa Giorgia Brambilla, uno dei maggiori esperti a livello nazionale di bioetica, che si terrà online a causa della situazione vigente nel nostro amato paese.
Sarà, per noi Universitari e Liceali per la Vita fondamentale partecipare, perché questo corso rappresenta un momento ufficiale di formazione del gruppo, necessario per avere una visione a tutto tondo sui più importanti temi della bioetica come l’aborto, l’eutanasia, la fecondazione artificiale, avendo cura di non rimanere sulla superficie, ma di studiare e approfondire le radici profonde e le cause da cui hanno avuto origine quelle ideologie rivoluzionarie moderne che ci ritroviamo quotidianamente a combattere. Questo lo faremo sotto molteplici punti di vista: filosofico, antropologico, scientifico, giuridico e morale, rifacendoci ai princìpi della logica, come il principio di non-contraddizione e alla loro trasposizione in ambito morale che ingiungono all’uomo di fare il bene ed evitare sempre il male, foss’anche quello “minore”.
Vorremmo invitare anche te, che stai leggendo, a seguire con noi questo corso perché è di fondamentale importanza sapersi orientare in un contesto come quello attuale, dove la Rivoluzione ha sovvertito quasi totalmente l’ordine naturale. Infatti, laddove viene meno una natura umana oggettiva, gli atti umani non sono più ordinati al proprio reale fine, fondati sul bene e sulla verità, ma vengono per-vertiti verso altri fini che hanno come origine dottrine ben lontane dalla verità sull’uomo e finalizzate a negarne l’intrinseca natura!
Un esempio? Da secoli si sta facendo spazio nella nostra società una dottrina antropologica di matrice gnostica secondo cui l’uomo non avrebbe una natura umana ben definita, data da sempre e per sempre, ma bensì nascerebbe come un essere “indeterminato” e acquisirebbe la propria umanità tramite la consapevolezza di sé e la conoscenza, per mezzo delle quali eserciterebbe la propria auto-nomìa (dal greco antico αὐτο-, auto – e νόμος, nomos, “legge”, ovvero “legge propria”, per cui l’uomo segue leggi proprie svincolate da qualsiasi legge naturale, visto che la natura umana viene negata). Questo determina due macro-categorie di uomini: quelli in grado di auto-plasmarsi fino a divenire dei di se stessi (secondo il famoso ed effimero principio dell’auto-determinazione) e quelli che invece umani ancora non sono (il concepito) o cessano di esserlo (il malato alla fine della sua vita). Questa visione antropologica determina, come logica conseguenza, una legislazione che permette e finanche incentiva pratiche barbare come l’aborto e l’eutanasia che altro non sono se non degli atti di prevaricazione della prima categoria di uomini, sulla seconda. Ed ecco che arriviamo nuovamente all’imposizione del più forte sul più debole, della madre o del medico abortista sul concepito innocente, o dello Stato sul sofferente. Ma stavolta questo accade con la collaborazione stessa degli uomini che hanno rinunciato al principio di indisponibilità della vita umana: ricetta vecchia in piatti nuovi.
In un tale panorama qual è il nostro compito? Quello di testimoniare la determinatezza della natura umana, che è oggettiva e non passibile di diminuzioni, né tantomeno annullamenti! In poche parole, la natura umana non dipende da situazioni esterne ma è costitutiva dell’uomo stesso fin dal suo concepimento, per tutta la sua esistenza e fino al momento della sua morte. Solo che in un mondo dove sembra dominare la prima visione dell’uomo, è davvero difficile orientarsi, formarsi e quindi testimoniare questa verità con chiarezza. Il corso di bioetica si propone dunque di fornire proprio quegli elementi basilari su cui fondare la buona battaglia per la vita, di modo da sfatare le contraddizioni intrinseche della visione gnostica e ribadire una visione antropologica radicata nella verità e sull’ontologia (ovvero sull’essenza stessa delle cose, sul dato di realtà oggettiva). Esso ha due fondamentali obiettivi che potremmo definire “pars destruens” e “pars construens”: nella prima si attaccheranno le ideologie odierne alla radice (in quanto se si vuole demolire un edificio si parte necessariamente dalle fondamenta) mentre nella seconda si restaurerà una visione antropologica, filosofica, morale conforme alla natura umana, radicata nell’ordine naturale oggettivo della realtà.
Vi aspettiamo numerosi! Non mancate a questo appuntamento!
Qui trovate il link per iscrivervi al corso!
Lo staff degli Universitari per la Vita