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La testimonianza di Klara: vittima di stupro e pro-life!

Di seguito, riportiamo la toccante testimonianza di una giovane degli Students for Life of America. Una sconvolgente storia di abusi raccontata in prima persona, con una dolcezza disarmante, da una ragazza ferita a morte e poi rinata:

All’età di 13 anni rimasi incinta a seguito si uno stupro, nel contesto di una situazione di abusi.

Sono una sopravvissuta allo stupro e sono pro-life.

Ciao, mi chiamo Klara McKee e sono la coordinatrice regionale dell’Ohio degli Students for Life of America, oltre che una studentessa a tempo pieno. Studio scienze politiche alla Kent State University, nell’Ohio.

La mia storia di pro-life è diversa, sono cresciuta pro-choice. Vedevo l’aborto come un diritto della donna.

Nell’estate prima dell’Ottava [tra seconda e terza media, ndr.], subii uno stupro. Mi ritrovai inerme e immersa in un circolo di abusi sessuali che durò per anni. Ovviamente si trattava di uno a me vicino, più grande di me, che sapeva bene quel che faceva, ma se n’è comunque approfittato.

A 13 anni ero incinta del mio stupratore. Mantenni il silenzio. Non dissi nulla. Ho sperato che passasse. Ho sperato che fosse solo frutto della mia immaginazione impazzita.

Una sera, dopo gli allenamenti di basket tornai a casa e mi sentii un male atroce. Andai in bagno e assunsi il farmaco perché mi sentivo come se stessi per morire.

Ero sola e indifesa, a singhiozzare nel mio bagno, disperata.

Quando andai a sedermi sul gabinetto come a liberarmi un po’ dalla pena, sentii un tonfo… e chiaramente guardai subito…vidi il mio bambino, morto, nel gabinetto. Mi sentii così confusa, ovviamente allungai la mano nel gabinetto, lo afferrai e lo tirai fuori. Ed ecco che era lì, nonostante fosse ancora ad uno stadio così prematuro, si vedeva chiaramente la forma di un bambino.

Vidi il mio piccolo fagiolino e capii, ma la dissonanza cognitiva si mise di mezzo. Dopo ore di ricerche online, sempre senza dire nulla, scaricai tutte le prove nel gabinetto e me ne andai semplicemente a letto.

Il mio bambino morto nel gabinetto mi ha perseguitato per anni. Ci pensavo tutti i giorni, anche dopo aver ricevuto aiuto… l’aiuto di cui avevo bisogno e che mi spettava.

Adesso sono passati quasi 7 anni e finalmente sono in pace rispetto alla mia situazione. Non fraintendetemi, ci sono giornate davvero dure, ma adesso sto bene. Il valore di un essere umano non dipende dal modo in cui quell’essere umano è stato concepito.

So che l’aborto non avrebbe risolto la mia condizione di essere stata stuprata. Ci sono voluti anni di terapia e trattamenti intensivi di PTSD (disturbo da stress post-traumatico, ndr.) per riprendermi interamente dall’abuso che ho subito.

L’aborto non fa altro che aggravare gli atti di violenza già subiti.

Ho ricevuto l’aiuto che meritavo. Ho ritrovato l’umanità nel mio bambino. Ho imparato che nessuno dovrebbe sentirsi debole a causa della situazione in cui si trova.

Aborto o meno, la sofferenza provocata da stupro e abusi sessuali è realePorre fine alla vita di un bambino non avrà mai come effetto la scomparsa di quell’atto o del dolore che esso provoca.

Sono gli stupratori a meritare di essere puniti, non i bambini nel grembo materno.

Quando una di noi si trova a fare i conti con uno stupro o un abuso sessuale, le spetta un aiuto, non un aborto. L’aborto è un’orribile bugia che i mezzi di comunicazione usano per giustificare l’uccisione dei bambini nel grembo in qualunque situazione, il che comprende lo sfruttamento delle vittime di stupro.

Se sei stata vittima di abusi sessuali, c’è aiuto e speranza anche per te.

Se sei rimasta incinta dopo uno stupro, c’è aiuto e speranza anche per te.

Vi prego, sappiate che ci sono amore e supporto quando scegliete la vita, perciò, vi prego, sappiate che non siete sole.

Traduzione di Sara del Vecchio

Qui potete vedere il video originale!

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