I padri sono “spazzatura”?
Internet ha rivoluzionato le nostre vite ed in particolare il nostro modo di comunicare. Non è raro, infatti, che termini nati dal web vengano trasportati ed usati nella vita quotidiana e diventino veri e propri fenomeni pop. É il caso di “Men are trash” (“Gli uomini sono spazzatura”) un hashtag nato su Twitter il cui intento primario è combattere il patriarcato maschile mostrando i soprusi degli uomini sulle donne. Uno scopo nobilissimo e condivisibile se non fosse che ben presto si è trasformato in una scusa per attaccare e lamentarsi degli uomini in generale, spesso arrivando a stereotipizzare la figura maschile. “Cosa c’è di sbagliato? In fondo tutti gli uomini sono spazzatura!”. Quante volte una donna incinta è stata lasciata dal suo compagno? Moltissime.
Questo tipo di uomo si può definire “Il Menefreghista”. Nella medesima categoria troviamo “L’Abortista” cioè colui che cerca in tutti i modi di convincere la madre ad abortire, che la accompagna al consultorio ma che promette di non lasciarla e, anzi, di starle vicino in questo momento difficile. Che bastardi! Allora è vero che tutti gli uomini sono spazzatura e che noi donne possiamo farne a meno! Al contrario, vi dico, è proprio questo atteggiamento che ha originato le due tipologie di uomo di cui vi ho parlato; infatti questi ultimi sono la logica conseguenza dello svuotamento della figura paterna, ridotta ormai ad un accessorio di cui si può fare a meno, che porta inevitabilmente alla sua deresponsabilizzazione. Se è vero che una madre può fare a meno del padre allora ne consegue che questi possa non voler crescere un figlio. “Tanto non servo, basta la madre. Che danni potrei creare a mio figlio?”. Enormi. Sin dai primi studi di psicologia si è sottolineato il ruolo fondamentale della paternità nello sviluppo del bambino. Gli studi più recenti ne rafforzano ulteriormente il ruolo parlando di “Effetto Padre” : i bambini i cui padri vedono la paternità come qualcosa di positivo, passano parecchio tempo col babbo e stringono un rapporto emotivo, hanno meno difficoltà nel creare relazioni, sono meno stressati e apprendono più in fretta secondo alcuni studi.
Una donna può fare a meno di un uomo ma un bambino non può fare a meno di suo padre! Questo processo di svuotamento e deresponsabilizzazione non ha effetti negativi solo sul figlio ma anche sui padri stessi; infatti esistono altre due tipologie di padre : “Il Separato” e “L’Antiabortista”. Il primo è un uomo che si è preso le sue responsabilità di padre ma che purtroppo ha posto fine alla sua relazione con la compagna/moglie. Lui vuole prendersi cura dei figli ma le leggi italiane in materia tendono a privilegiare la madre quale punto di riferimento per la cura e l’educazione del figlio riducendo il padre ad una voce secondaria, prescindibile e accessoria. Non è purtroppo inverosimile che la madre impedisca al figlio di avere un rapporto stabile col padre impedendogli di vederlo.
Il secondo è la categoria più delicata e a rischio : il padre che si è opposto fermamente alla decisione della madre di abortire suo figlio ma che non ha potuto impedirlo. Nella legge 194 il padre viene nominato solo una volta in relazione alla scelta della madre; infatti se lei lo riterrà opportuno potrà informare l’uomo della sua scelta ma questi non avrà voce in capitolo qualora la donna decidesse di abortire. Molti uomini riscontrano una condizione clinica chiamata “Sindrome post-aborto maschile” per la quale il senso di colpa ed il rimorso per non aver impedito l’uccisione di un figlio porta a depressione, scatti di ira incontrollabili, impotenza sessuale, uso e abuso di sostanze stupefacenti, difficoltà nelle relazioni amorose, paura di fallire ed in particolare paura di non essere in grado di proteggere i propri cari.
Ciò che accomuna queste 4 tipologie di padre è la colpa. Se l’uomo non vuole prendersi cura del figlio è colpevole di aver abbandonato il figlio, se vuole è colpevole di voler prevaricare la libertà della donna e di costringerla alla maternità; in ogni caso il padre sarà un bastardo. Questa concezione della figura maschile unita allo svuotamento della figura paterna e della sua deresponsabilizzazione sono frutto della cultura del “Men are trash”, una cultura che non punta alla parità dei sessi ma alla prevaricazione di uno su un altro ingaggiando una guerra che non ha vincitori ma solo tante vittime tra cui i padri. Siamo così concentrati sulla difesa dei diritti delle donne che ci dimentichiamo di quelli degli uomini ed in particolare di quelli paterni.
Come una donna ha diritto ad essere madre anche un uomo ha diritto ad essere padre ed essere tutelato dallo Stato. Uomini, non abbiate paura di rivendicare il vostro diritto ad essere padri, ad avere delle leggi che vi tutelano! Fate sentire la vostra voce! Non vi arrendete ma lottate per ciò che vi spetta! Oggi è la Festa del Papà e colgo l’occasione per fare un augurio di cuore a tutti gli “accessori” del mondo ed in particolare a quell'”accessorio” di mio padre che a 7 anni mi ha portato in ospedale in braccio perchè avevo la febbre molto alta, che mi aiuta con le spese universitarie e che condivide con me momenti belli come guardare insieme le partite della Lazio perchè il papà, in definitiva, così tanto “accessorio ed inutile” non è.
ERIKA FANCELLI