In Polonia è giunto il tempo della contro-rivoluzione
Nulla è impossibile se si ama ciò per cui si combatte. I polacchi hanno mostrato che la determinazione di chi ama la vita umana innocente, porta frutti apparentemente impensabili.
Infatti, il 22 ottobre, il fronte pro-vita polacco ha conseguito una vittoria molto importante su tutto il continente europeo e ha dato una dimostrazione ai più scettici che una speranza contro il male che invade e persuade le coscienze, è ancora viva.
In un tempo in cui l’aborto si è insinuato nella legislazione, persino nell’indifferenza di chi in teoria avrebbe dovuto respingerlo e che oggi tace per paura, la Polonia ha dato prova di grande coraggio proprio nell’anniversario dell’elezione del santo pontefice Giovanni Paolo II.
La corte costituzionale ha emanato una sentenza dove l’aborto per le malformazioni, malattie letali e alterazioni del feto da ora in poi sarà illegale senza condizioni. L’aborto in Polonia è stato sempre al centro del dibattito dal momento che il paese è diviso tra chi vorrebbe cedere tutto alla cultura della morte, colpevole di uno dei genocidi più silenziosi in tutta Europa e nel mondo intero, e chi, con tutta l’anima e con tutto il proprio amore verso la vita, difende quella terra dove nacque un pontefice tanto amato, affinché non cada nelle mani di chi vorrebbe vedere la Polonia come il Bronx di New York.
La protesta dell’iniqua opposizione non ha ritardato a farsi sentire: attualmente nelle maggiori città polacche come Varsavia, Poznan, Breslavia, Stettino, Katowice e Cracovia si stanno svolgendo le proteste con tanto di assalti alle Chiese locali.
La scrittrice Małgorzata Rejmer ha commentato:
“I fondamentalisti religiosi hanno appiccato l’incendio e poi sono corsi a nascondersi nelle tane dei topi come dei vigliacchi”
Forse ignora che il vero incendio, appiccato da persone del suo calibro, dalla seconda metà del XX secolo, è quello della denatalità, di cui l’Europa sta risentendo.
Ma ciò che permea questi tempi è il disprezzo che la maggior parte dei popoli ha verso la parola “nascita”, soprattutto contro quelle nascite che hanno con sé degli imprevisti a livello genetico, celebrale e fisico.
Pochi ricorderanno, ma questo razzismo eugenetico ed eutanasico era intrinseco al nazismo, dove i malati non servivano al regime, e di conseguenza venivano scaricati nell’abisso della morte; un altro esempio è il regime spartano, dove i bambini potevano morire gettati da un monte se aventi malformazioni che il regno non poteva tollerare.
La storia si ripete, ma in pochi se ne accorgono e non riescono a rendersi conto che tali errori sono ancora attuali.
“Chi controlla il passato controlla il futuro, chi controlla il presente controlla il passato”. (G. Orwell)
L’odierno presente è continuamente manipolato affinché non si sospetti che tutto ciò che riguarda la cultura della morte sia un male. Come? Con il silenzio, con la falsa informazione, con la distorsione e la mistificazione del passato al fine di distorcere il futuro.
La Polonia non ha ceduto alla manipolazione di orwelliana memoria, ed ha reagito diffondendo un’aria di contro-rivoluzione, in contrapposizione a quella rivoluzione culturale che dal ‘68 sta sconvolgendo gli equilibri e mettendo a soqquadro i veri valori distorcendo la realtà e capovolgendo il brutto con il bello e il bello con il brutto, il male col bene e il bene col male.
Michele Porta