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Polonia: tremano i muri d’inganni

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L'illustrazione, opera di Janusz Towpik (1934-1981), rappresenta l'antica leggenda di Lech, Czech e Rus, sulla fondazione di alcuni stati slavi.
In particolare è qui descritto il momento in cui Lech, fondatore della Polonia secondo la leggenda, chiede un segno divino per avere conferma che proprio quella è la terra da occupare col suo popolo. 
Appare allora in volo un'aquila bianca stagliandosi su un sole rosso (da qui i colori della bandiera polacca) e gli uomini comprendono. 
L'immagine sembra alludere a quella propensione dell'uomo di guardaree seguire la strada della virtù: l'aquila è colei che fa da tramite tra l'uomo e il Bello, il Vero e il Bene : il Divino. Questa è l'attitudine che deve accomunare ogni difensore della vita.

 

È recente la notizia dell’eventualità di un’ulteriore restrizione alla legge sull’aborto in Polonia. Lo scorso 16 aprile è stata infatti messa ai voti una proposta di legge che ha per scopo l’abolizione dell’aborto eugenetico, ossia quell’atto determinato ad eliminare la vita del feto nel caso in cui questo presenti malformazioni o handicap.

Nel panorama europeo, la Polonia è il Paese con la legge sull’aborto più restrittiva e, oltre al caso sopracitato, si può ricorrere ad esso solo nel caso in cui la gravidanza sia conseguita ad un atto criminale (e.g. stupro o incesto) o nel caso di pericolo di vita della madre, seppur, anche in questi casi, l’aborto è e rimane la deliberata soppressione di un innocente, e per questo inaccettabile.

Il disegno di legge relativo all’abolizione dell’aborto eugenetico è stato presentato al Sejm,la camera dei deputati polacca, da un gruppo di cittadini, tramite la raccolta di oltre 830.000 firme; 100.000 è il numero di firme necessarie per proporre una legge al Parlamento polacco.

Dopo l’eventuale approvazione della legge da parte del Sejm, questa sarebbe passata al Senat, la camera dei senatori, per essere infine firmata dal Presidente della Repubblica, Andrzej Duda, il quale ha più volte ribadito la sua posizione pro-vita e recentemente dichiarato che non esiterebbe a sottoscrivere una legge contro l’aborto eugenetico, qualora questa venisse a trovarsi sulla sua scrivania.

Tuttavia, come spesso avviene, la giustizia trova degli ostacoli al suo naturale percorso, e il disegno di legge per l’abolizione dell’aborto eugenetico è attualmente bloccato al Sejm.

Dopo una prima votazione in cui la proposta è stata accettata in prima lettura (con una maggioranza di 254 contro 187 e 10 astenuti), è seguita una seconda votazione in cui veniva richiesta l’approvazione per una seconda lettura immediata, ovvero il passaggio al Senat, che ha dato esiti negativi, con un rifiuto da parte di 375 deputati, un’adesione da parte di 68 e 7 astensioni. Il disegno di legge è stato quindi messo nelle mani della Commissione della Salute, delle Politiche Sociali e della Famiglia e la sua discussione rinviata a data indefinita. (Gazeta Prawna)

La Polonia è un Paese intriso di cultura pro-vita e stando ad alcune statistiche il 75% dei cittadini considera l’aborto un atto ingiustificabile, mentre solo il 7% dei cittadini non vi trova nulla di moralmente sbagliato. Le campagne pro-vita in Polonia mostrano al popolo immagini scioccanti; le uniche immagini che possono descrivere l’orrore di questa pratica e svegliare le coscienze.

Inoltre il concepito dispone di una squadra di operatori legali, l’Ordo Iuris Institue, che difende il suo inalienabile diritto alla vita e l’inviolabilità della sua natura umana, appellandosi alla costituzione.

La battaglia contro l’aborto eugenetico dura da anni in Polonia e già nel 2018 era stato fatto un tentativo per fermarlo, sempre su richiesta dei cittadini, poi però andato in fumo.

Già dal 1993 la legge sull’aborto in Polonia si è fatta molto restrittiva, consentendone la pratica solo nei tre casi già citati (malformazioni fetali, stupro o incesto, pericolo di vita per la madre), e introducendo pene contro quei medici che lo compiano illegalmente: dai 2 anni fino ai 10 anni di reclusione, nel caso in cui la madre muoia per complicazioni durante la procedura.

Si noti inoltre l’impegno della Chiesa Cattolica che, come ribadisce l’ambasciatore della Polonia presso la Santa Sede, Janusz Kotanski, è separata dallo Stato e si assume il compito di guidare il suo gregge riguardo temi sensibili, con chiarezza: “Sì, sì; no, no” (Mt 5,37). (In Terris)

Si ricordi infine il legame che c’è tra la Polonia e il Santo Papa Giovanni Paolo II, uomo esemplare cui questa terra ha dato i natali. Più volte il Pontefice si è scagliato contro aborto ed eutanasia, incoraggiando il sorgere di una nuova cultura della vita: «nuova, perché in grado di affrontare e risolvere gli inediti problemi di oggi circa la vita dell’uomo; nuova, perché fatta propria con più salda e operosa convinzione da parte di tutti i cristiani; nuova, perché capace di suscitare un serio e coraggioso confronto culturale con tutti.»(Evangelium Vitae, n.95)

Sempre nell’Evangelium Vitae il Pontefice scrive riguardo la pericolosità della legalizzazione di pratiche abortive, evidenziando il fatto che riferendosi ad esse con termini ambigui, come “interruzione di gravidanza”, non bastano a cambiarne la sostanza:

«L’accettazione dell’aborto nella mentalità, nel costume e nella stessa legge è segno eloquente di una pericolosissima crisi del senso morale, che diventa sempre più incapace di distinguere tra il bene e il male, persino quando è in gioco il diritto fondamentale alla vita. Di fronte a una così grave situazione, occorre più che mai il coraggio di guardare in faccia alla verità e di chiamare le cose con il loro nome, senza cedere a compromessi di comodo o alla tentazione di autoinganno. (…) Nessuna parola vale a cambiare la realtà delle cose: l’aborto procurato è l’uccisione deliberata e diretta, comunque venga attuata, di un essere umano nella fase iniziale della sua esistenza, compresa tra il concepimento e la nascita». (Evangelium Vitae, n. 58)

Ancora, Giovanni Paolo II si scaglia contro la mentalità eugenetica che spesso accompagna l’utilizzo di tecniche diagnostiche prenatali, contrapponendo a questa le testimonianze di vita di coloro che affrontano con serenità la propria condizione:

«Una simile mentalità è ignominiosa e quanto mai riprovevole, perché pretende di misurare il valore di una vita umana soltanto secondo parametri di «normali-tà» e di benessere fisico, aprendo così la strada alla legittimazione anche dell’infanticidio e dell’eutanasia. In realtà, però, proprio il coraggio e la serenità con cui tanti nostri fratelli, affetti da gravi menomazioni, conducono la loro esistenza quando sono da noi accettati ed amati, costituiscono una testimonianza particolarmente efficace dei valori autentici che qualificano la vita e che la rendono, anche in condizioni di difficoltà, preziosa per sé e per gli altri». (Evangelium Vitae, n. 63)

Giovanni Paolo II non dimentica le donne che hanno fatto ricorso all’aborto, vittime anch’esse di una pratica che ferisce nell’anima, riservando loro un “pensiero speciale”, incoraggiandole a non perdere la speranza e altresì a guardare a ciò che è accaduto “nella sua verità”:

«Se ancora non l’avete fatto, apritevi con umiltà e fiducia al pentimento: il Padre di ogni misericordia vi aspetta per offrirvi il suo perdono e la sua pace nel sacramento della Riconciliazione. Vi accorgerete che nulla è perduto e potrete chiedere perdono anche al vostro bambino, che ora vive nel Signore». (Evangelium Vitae, n. 99)

Questi sono solo alcuni frammenti di quelle idee e di quei valori che, immortali, infondono coraggio nell’animo di un popolo che pretende la sua libertà, quella vera. Un popolo che solo nel secolo scorso ha affermato la propria identità prima in contrapposizione all’ideologia nazista, poi con quella comunista e che non smette di intraprendere battaglie contro ideologie fondate sulla menzogna.

L’approvazione di una legge che vieti l’aborto eugenetico costituirebbe un passo importante per il crollo di quelli che Giovanni Paolo II definisce “muri d’inganni”, per far cadere la maschera a una società ipocrita e codarda che si riempie la bocca di inclusività, mentre perde la capacità di amare.

Nello scenario di un’Europa che sta letteralmente buttando via il suo futuro nel cassonetto, l’approvazione di questa legge farebbe brillare la Polonia come un faro luminoso, un modello di vera umanità per tutti.

La speranza è viva, anche se la strada è in salita e tempestata di ostacoli. Eppure, niente può spaventare il cuore di un popolo consapevole che la morte è già stata sconfitta.

Sara Sanna

Fonti e approfondimenti:

GazetaPrawna

InTerris

L’Occidentale

LifeSiteNews

NRL News

Ordo Iuris

ReMix

ResearchGate

Vatican – Evangelium Vitae

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