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I collettivi della Sapienza: illegalità e aggressioni

rave party

Il 7 giugno scorso ci siamo recati dal Rettore dell’Università “Sapienza”, Eugenio Gaudio, per riferire nuovamente – e di persona – delle aggressioni subite ad ottobre scorso da parte di diversi collettivi presenti nell’Università, nonché ribadire il nostro sentito ringraziamento per la difesa che il Rettore assunse nei nostri confronti e per denunciare l’esposizione di un cartello con tanto di bestemmia, comparso durante lo sciopero femminista dell’8 marzo di quest’anno. Vi ricordiamo che questi collettivi ci avevano aggredito mentre facevamo un banchetto, regolarmente autorizzato, strappando volantini, buttando per terra il cibo che avevamo portato e minacciando di percosse alcune nostre ragazze. Dopo quella giornata, era comparso sulla pagina Facebook di Link Sapienza un lungo post intitolato “Fuori i pro-life dall’Università” e firmato da diversi gruppi di sinistra: Sapienza Clandestina, Officina di Fisica “Roberto Perciballi” Sapienza, Prisma – Collettivo LGBTQIA+ Sapienza, Studenti Indipendenti Sapienza – Medicina, Collettivo di Lettere Sapienza – Aula VI Autogestita, Collettivo di Biologia Sapienza, Collettivo Fisica Sapienza – Aula Majorana autogestita, Filosofia in Comune, Collettivo Ingegneria Sapienza – Aula  2.

Proprio tra questi gruppi, sono presenti gli organizzatori dell’evento non autorizzato, durante il quale ha disgraziatamente perso la vita Francesco Genesi mentre tentava di scavalcare un cancello. L’attività di questi collettivi naviga nell’illegalità.

In occasione del nostro colloquio col Rettore, il 7 giugno, erano presenti anche due ragazzi propugnatori del suddetto evento. Le sedute con il Rettore sono pubbliche, quindi abbiamo avuto modo di ascoltare le richieste di questi ragazzi e il colloquio verteva proprio sull’autorizzazione dell’evento, cosa che il Rettore avrebbe potuto concedere solo a patto che le attività si fossero svolte coerentemente con la normativa vigente in merito. Per tutta risposta i due ragazzi, in modo maleducato, hanno sfidato il Rettore dicendo che l’evento si sarebbe svolto lo stesso, in spregio alle norme che, a loro detta, facevano capo a criteri troppo stringenti, nonché minacciando il Rettore della responsabilità di quanto sarebbe potuto accadere in un contesto illegale e per sua natura privo di misure di sicurezza.

La nostra Università è assediata da gruppi che non hanno niente a che vedere con la cultura. Gruppi politici, aggressivi ed estremisti, che non permettono a nessuno di esprimere idee opposte a quelle di cui si fanno portatori. Proprio loro, infatti, ribadiamo, ci avevano attaccato duramente durante un banchetto, per il quale noi avevamo l’autorizzazione. Questa ultima parola, che suona tanto strana alle orecchie dei militanti dei collettivi, per noi è fondamentale. È fondamentale fare attività nel pieno rispetto delle regole e in tranquillità, mettendo anche in campo un confronto civile sui temi che portiamo avanti che sono decisamente sentiti e dibattuti. Loro, invece, si sentono padroni del mondo, occupano aule, fanno cortei con megafoni e fumogeni all’interno della città universitaria, organizzano eventi, spesso a base di droga e alcool, senza autorizzazione.

Noi, Universitari per la Vita, ribadiamo che la legalità e il rispetto verso tutti deve essere alla base di ogni attività. Noi ci siamo visti negare permessi per fare banchetti assolutamente pacifici e questi gruppi invece non si fanno scrupoli a portare avanti i loro “progetti” in qualsiasi maniera, senza alcun tipo di freno.

Chiediamo al Rettore, alla Questura, alla politica italiana e a tutte le Autorità competenti di porre fine a questi comportamenti che vanno avanti ormai da troppo tempo e che stanno minando il prestigio di un’Università pubblica e di fama mondiale, trasformandola in un grande centro sociale, dove è possibile fare attività solo se si gode del loro permesso (non certo di quello degli organi competenti dell’università).

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