Padre Mike Schmitz alla March For Life: “Ogni persona è importante”.

Padre Mike Schmitz, sacerdote molto seguito su YouTube e famoso per il suo podcast “The Bible in a Year” ha tenuto un magnifico discorso alla recente “March for Life”. Padre Schmitz ha 47 anni, esattamente un anno in più della nota sentenza “Roe vs Wade”, ed è sacerdote della diocesi di Duluth, Minnesota.
Alla “March For Life” ha portato lo stesso messaggio che condivise già da ragazzo con i suoi compagni di classe: ogni vita umana conta. Come ha raccontato lui stesso:
“Il primo discorso che ho mai tenuto in vita mia è stato in terza media. C’era stata la possibilità di scegliere qualsiasi argomento, qualsiasi posizione. Io scelsi di parlare della dignità della vita umana dal concepimento naturale alla morte naturale e del male dell’aborto e dell’eutanasia”.
Il discorso di venerdì è stato molto personale. Padre Schmitz ha raccontato la storia della sua nonna materna, Helen, un’infermiera che si era esposta in difesa dei bambini e dell’obiezione di coscienza quando l’ospedale dove lavorava decise di iniziare a effettuare aborti in seguito alla sentenza Roe.
“Helen, lei sapeva che le persone sono importanti. Che i bambini sono importanti. Che le infermiere sono importanti. E lei detestava il fatto che quell’ospedale che aveva fatto tanto bene in quella parte del mondo ora avrebbe iniziato a fare così tanto male. E stavano costringendo le infermiere a compiere gli aborti. Le stavano costringendo a portare via i resti dei bambini per gettarli nella spazzatura. Così lei andò dal direttore e disse: “Questa storia deve finire. O si smette di fare aborti o me ne vado”.
Il direttore si rifiutò, e Helen dovette lasciare il suo lavoro. Quella decisione “le ha praticamente distrutto la vita”; non se ne è mai pentita, “ma le ha spezzato il cuore”.
Ha quindi proseguito:
“Ed è questo il motivo per cui siamo qui, giusto? Io penso che siamo qui perché quello che viene fatto con l’aborto spezza i nostri cuori. E io so che c’è tanta gente che manifesta qui perché conosce la dignità della vita umana. E così tanta gente è intorno a noi perché questa storia è parte della vostra storia, perché vi siete trovati a un certo punto in cui sembrava che la vita fosse una strada impossibile [da percorrere]. E so che siamo circondati da donne e uomini che hanno scelto l’aborto. Ascoltate, dovete sapere che aspettiamo qui anche voi. Voi siete importanti, anche voi fate parte di questo [evento]. Non importa quale sia il vostro passato, voi siete ancora amati. Dovete sapere questo. Siete amati e siete ancora importanti”.
Padre Schmitz ha quindi condiviso una conversazione avuta con una donna che lui stesso, 12 anni fa, convinse a non abortire.
Lei mi ha detto “Io credevo di odiare il mio bambino. E invece, dopo molti anni, ho realizzato che non odiavo il mio bambino. Odiavo le circostanze dove mi trovavo. Non odiavo il mio bambino. Mi vergognavo di me stessa”. Quella giovane donna, 12 anni fa, ha dato suo figlio in adozione a una coppia che lo ama. Lui è stato una benedizione per la loro vita. E loro sono stati una benedizione per lui. È un ragazzo incredibile.
Lui ha detto che è stata questa donna a esortarlo a ricordare nel suo discorso che “indipendentemente dalle tue scelte, tu sei ancora amato e sei importante”.
“Ed è per questo che siamo qui. È per questo che marciamo” ha aggiunto.
Padre Schmitz ha quindi concluso così il suo discorso:
“Quando mia nonna Helen ha lasciato l’ospedale nel 1973, non ha cambiato l’ospedale, non ha cambiato la cultura, non ha cambiato la legge, non ha cambiato il Paese. Ma quando ha preso la decisione, questo l’ha cambiata. Il rimanere ferma sulle sue posizioni, ha cambiato lei, e ha cambiato i suoi figli e sua figlia, mia madre. E quella volontà di rimanere salda, di continuare a camminare su quella strada, è risuonata nella mia vita. È risuonata nella vita di questa giovane donna. Si è incarnata nella vita di questo ragazzo di 12 anni, che non sarebbe qui se mia nonna Helen non fosse stata salda e non avesse fatto il primo passo.
Ogni bambino conta. Ogni donna conta. Ogni persona conta. E non importa cosa riesca a fare questa marcia, non importa cosa riesce a cambiare, ma il vostro essere qui, in piedi, il vostro essere qui, a marciare, vi cambia, e voi siete importanti. Dio vi benedica”.
Fonte: Catholic News Agency
Traduzione a cura di
Marco Pirlo