L’abortismo vuole scardinare la Gibilterra pro-life!

Gibilterra è un promontorio sulla costa meridionale spagnola che però appartiene al territorio britannico ed è uno dei pochi paesi al mondo che ancora vieta in toto l’aborto. Una legge del 2011, il Crime Act, nelle Sezioni 161-163 punisce questo atto intrinsecamente malvagio con il carcere a vita. La medesima pena si applica alle persone che collaborano all’atto abortivo. Questo fa di Gibilterra uno dei paesi con le leggi più restrittive sull’aborto, consentendo la non punibilità solo per il caso di rischio per la vita della madre. Fino ad oggi a tale territorio è stata risparmiata questa piaga, se non che il 12 luglio del 2019 il Parlamento ha approvato un emendamento della legge precedente – il Crime Amendment Act 2019 – che prevede l’aborto in determinate circostanze.
Ed è qui che si arriva all’incombente minaccia: per il 19 marzo 2020 era stato fissato un referendum per votare proprio l’emendamento del Crime Act, che prevedrebbe la legalizzazione dell’aborto anche in Gibilterra, tuttavia a causa dell’insorgenza della pandemia è stato spostato al prossimo 24 giugno 2021. Leggendo le sezioni che l’emendamento cerca di aggiungere si nota immediatamente come si voglia introdurre l’aborto in qualsiasi caso attraverso l’utilizzo surrettizio della c.d. salute “fisica o mentale” della donna. Una strategia ormai comune in tutto il mondo e già largamente utilizzata per giustificare legislazioni volte all’uccisione di esseri umani innocenti nel grembo materno. Per di più l’emendamento introduce l’aborto eugenetico, permettendo la soppressione del nascituro qualora presentasse malformazioni “fatali” (secondo quali criteri, non è dato saperlo e non è chiaramente specificato, lasciando dunque libera interpretazione). Il documento parla di 12 settimane come limite per eseguire l’aborto, ma subito dopo afferma che l’aborto è consentito “senza limitazione temporale” quando viene eseguito per proteggere la salute psico-fisica della donna o la sua vita e per malformazioni fetali. Peraltro il Crime Amendment Act specifica:
“In aggiunta alle questioni delineate, un medico può interrompere una gravidanza quando nella sua opinione tale interruzione sia necessaria per salvare la vita della madre o per prevenire gravi e permanenti danni alla salute fisica o mentale della donna incinta”. (il corsivo è nostro ndr.).
Insomma, una legge che in termini più subdoli di altre legislazioni (come quella di recente approvata in Argentina), introduce l’aborto senza restrizioni di sorta e dunque non meno iniqua. Anche perché, come ci insegna l’esperienza del nostro paese con la 194, si comincia sempre per gradi e si finisce per liberalizzare l’aborto nella massima ampiezza possibile.
Come Universitari per la Vita siamo stati contattati da alcuni nostri amici appartenenti al Gibraltar Pro-Life Movement (GPLM) e siamo stati avvertiti di questo imminente pericolo, motivo per cui invitiamo tutti i nostri lettori a pregare particolarmente per questo splendido paese affinché gli sia risparmiata la tremenda responsabilità della legalizzazione di un crimine terribile come l’aborto.
Purtroppo vi sono molti gruppi estremi come “Choice Gibraltar”, “Feminist Gibraltar”, “No More Schame Gibraltar” e “Secular Humanist Society of Gibraltar” che, capeggiati dal Primo Ministro Fabian Picardo, stanno facendo pressione affinché l’aborto venga legalizzato anche in questo paese. Ma i movimenti pro-life non si arrendono e si stannp adoperando perché il referendum abbia esito negativo, da qui l’immagine di copertina della campagna che recita “Save babies. Vote NO”. Il presidente del GPLM, Patricia Parody, ha recentemente rilasciato una dichiarazione in cui ha affermato:
“Durante questa pandemia, abbiamo fatto del nostro meglio per proteggere i più vulnerabili nella nostra società. Dobbiamo continuare a farlo con lo stesso vigore, entusiasmo e la natura caritatevole che caratterizza Gibilterra votando “No!” in questo referendum. Perciò quando ascolterete le argomentazioni dei prossimi mesi, soffermatevi a pensare su quanto questa pandemia ci ha mostrato la fragilità della vita umana e la necessità di proteggere coloro che non possono parlare o agire per se stessi (i concepiti innocenti ndr.)”.
Noi ci associamo in toto a questa sacrosanta battaglia dei nostri amici pro-life di Gibilterra e li sosterremo in ogni modo possibile! Rimanendo uniti e con la giusta determinazione possiamo vincere questa piaga che ormai si è prepotentemente fatta strada nel mondo intero!
Fabio Fuiano