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Londra: ragazza nigeriana costretta ad usare la contraccezione

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È di questi giorni la notizia della decisione della Court of Protection di Londra, a seguito di un’istanza presentata dai medici, di imporre ad una ventenne di orgine nigeriana con ritardo mentale l’inserimento di un dispositivo contraccettivo. Ció é arrivato dopo che nel mese di giugno scorso, il giudice Lieven aveva emesso una sentenza in forza della quale la ragazza, che era incinta e non ritenuta idonea ad accudire un bambino, doveva essere sottoposta ad un aborto forzato. Questa sentenza è stata poi ribaltata dalla corte di Appello che ha permesso il proseguimento della gravidanza con contestuale critica della decisione del giudice Lieven.
A seguito di questa spiacevole vicenda la domanda che per l’ennesima volta ci facciamo è la seguente: può il cosiddetto “Best Interest” prevalere su tutto? Può prevalere sempre e comunque? Può prevalere violando anche la propria volontà, la propria coscienza? La risposta chiaramente è NO. Lo Stato non può divenire un PADRE-PADRONE che impone con la forza della Legge la sua visione ferendo la dignità delle persone e perfino i convincimenti morali e/o religiosi dei suoi cittadini. Nel caso specifico sia la ragazza che la madre professano la religione cattolica e sono, quindi, anti-abortiste e a nulla sono valse le proteste della madre e dell’avvocato contro l’imposizione della contraccezione, anche se questi assicuravano tutti i provvedimenti necessari a tutela della figlia. Al di là della questione di Fede, il discorso potrebbe poggiarsi unicamente sul buon senso e cioè sul fatto che uno Stato non può intervenire su una persona tentando di farla abortire forzatamente e, non riuscendoci, imponendole un dispositivo di contraccezione. In questo caso si è andato molto oltre il concetto della fantomatica libertà di usare contraccettivi o meno, qui viene fornita una sola alternativa, senza la più assoluta libertà di scegliere di donare la Vita.
Speriamo sempre di non dovervi più raccontare storie al limite del surreale come questa ma nel frattempo continuiamo a denunciare a gran voce ogni situazione in cui la Vita è calpestata e a proclamare la bellezza della stessa.

Lodovico Pontoni

Fonte: Tempi.it

 

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