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Una testimonianza inaspettata.

Sabato sera, tra un boccone di club sandwich e qualche salto di nostro figlio, un uomo solo con la sua birra e il suo lavoro appena iniziato, seduto al tavolo accanto, mi guarda con in braccio Gioele e dice “in braccio hai la cosa più importante della tua vita. Non te lo dico così, per dire una cosa ovvia, ma perché lo so”. Lo guardiamo un po’ stupefatti, sorridiamo annuendo e dandogli ragione.
E continua: “te lo dico perché la mia ex moglie ha buttato nel cesso nostro figlio senza dirmelo. L’ho scoperto un anno dopo. Ma come si fa a buttare nel cesso una creatura? Io sono per i diritti, per carità, tante lo fanno per ragioni economiche e andrebbero aiutate, ma davvero non capisco come si faccia a buttare nel cesso un figlio. Scusatemi, quando vedo un bambino vado via di testa. Ho un lavoro che mi piace, una fidanzata, ma non ho mio figlio”.

Così, quest’uomo di cui non sappiamo nemmeno il nome, passa diverso tempo della serata a raccontarci della sua vita, ma la prima cosa che ci confida con occhi colmi di rabbia e tristezza è che quel figlio gli manca da morire. Lui sente di essere padre di un figlio che avrebbe voluto conoscere. L’aspetto di quest’uomo non ci avrebbe mai portato a credere che avrebbe intavolato argomenti tanto intimi ed estremamente vicini al mio lavoro e alla nostra famiglia, anzi! Inoltre, non dava per nulla l’idea di essere credente, perciò mi domando: quando leggiamo certe idiozie antiscientifiche cioè che interrompere la vita di un essere umano nel grembo, siccome legalmente non punibile, allora non significa ucciderlo (perché altrimenti emergerebbe tutto il complesso ideologico sul quale si basa l’accesso all’aborto), non stiamo forse dimenticando che è di ciascuno di noi, della famiglia umana, che stiamo parlando?
Quel tizio ci ha parlato di suo figlio e il suo era il cuore di un padre in lutto. Non era in lutto per qualcuno che, per magia del desiderio della madre, sarebbe potuto diventare un essere umano totalmente dipendente dalla cura dei genitori e, un domani, capace di costruire il proprio futuro. No! Era in lutto per un figlio. E l’aborto non è solo l’omicidio di un bambino, ma è la morte nell’anima di chi lo compie e di chi approva. Essere dissociati dalla realtà, tipico di chi usa le lenti dell’ideologia, significa non voler vedere l’ovvio e non voler far proprie le conseguenze del male morale sostenuto.

Nel 2022, di grazia, una cecità a tal punto acuta da non saper logicamente cogliere che da uomo e una donna, individui appartenenti alla specie umana, deriva un nuovo essere umano vivo e vitale e che la sua interruzione equivale, di fatto, all’uccisione (omicidio) di un essere umano prima vivo e poi morto, significa oscurantismo. L’aborto non diventa omicidio con la pdl di Gasparri, lo è già. L’aborto costringe ad essere visto per quel che è mediante la pdl Gasparri, ma in questo caso il problema di coscienza non nasce con la pdl, bensì con essa viene alla luce, facendo cadere il paravento ideologico che oscura l’umanità del concepito. Non è con la legge Gasparri che una donna-madre inizierà ad annunciare la gravidanza dicendo “aspettiamo un bambino” anziché “aspettiamo qualcosa che, se accolto, si trasformerà in un figlio”. Non è con la pdl Gasparri che un ginecologo qualunque alla prima ecografia dirà “signora aspetta un bambino di tot settimane (non a caso identificate con il concepimento..!). Non è con la pdl Gasparri che da un uomo e una donna deriva un essere umano , che pensavate? Un alieno che con la bacchetta magica al parto diventa una persona dalla voce squillante? Non servono gli ultracattolici a dirvelo, basta vivere la gravidanza propria o altrui e fare un giretto in sala parto!
Nel 2022, per essere abortisti, non c’è altra via che prendere atto di questa cecità, uscirne, e portare avanti le proprie posizioni partendo da un dato di fatto: ciò che si sostiene è l’omicidio volontario e diretto di bambini innocenti. O volete cambiare un intero vocabolario pur di non affrontare in coscienza la verità che avete davanti?

Questo il tweet della Boldrini a cui fa riferimento la Bovassi nel suo post.




Testimonianza della bioeticista

Giulia Bovassi

1 commento »

  1. Grazie ragazzi ! AVANTI COSI !!!

    La civiltà dell’amore! Per non agonizzare, per non spegnersi nell’egoismo sfrenato, nell’insensibilità cieca al dolore degli altri. Fratelli e sorelle, costruite senza stancarvi mai questa civiltà! È la consegna che oggi vi lascio. Lavorate per questo, pregate per questo, soffrite per questo!

    San Giovanni Paolo II – 1982

    ciao

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