L’ideologia di Ricky Martin: “Ho un paio di embrioni in attesa, nel caso decidessi di ampliare la famiglia”
Questo articolo vuole essere un commento personale alla notizia riguardante il celebre cantante Ricky Martin, dichiaratamente omosessuale e “sposato” con il pittore Jwan Yosef, il quale, durante un’intervista, ha ammesso:
“Ho un paio di embrioni in attesa, nel caso decidessi di ampliare la famiglia”.
Questa frase, oltre a farmi rabbrividire per la facilità e la naturalezza con la quale è stato espresso un concetto tanto terribile, ha scatenato in me una serie di riflessioni.
Innanzitutto il concetto stesso di “mettere da parte” gli embrioni, come se si parlasse dell’insalata che si tiene in frigo. Come può quest’uomo decidere arbitrariamente del destino di altre due vite umane?
Com’è possibile accettare, permettere, che due vite umane siano lì, in un congelatore, in attesa che il loro “padre” decida di farli nascere? È davvero un comportamento degno di un padre che ama i suoi figli?
E se poi cambia idea? Che fine fanno i due embrioni? Finiranno nella spazzatura insieme al cibo scaduto?
Negli stralci dell’intervista riportati da alcuni siti italiani (TgCom24, Huffington Post, Vanity Fair, L’Unione Sarda.it), emergono altri spunti di riflessione:
Ricky ha ammesso di sentirsi “molto fortunato ad avere una famiglia come la sua” e ha aggiunto di essere stato onesto con i suoi figli riguardo alla loro nascita tramite maternità surrogata.
Quando uno dei suoi figli gli aveva chiesto: “Papà, ero nella tua pancia?”, Martin ha risposto: “Eri nel mio cuore e sei ancora nel mio cuore”.
In queste affermazioni emerge la capacità dei bambini (a differenza di tanti adulti) di riuscire a centrare il punto, perché i bambini non sono ingenui come spesso si è portati a pensare, ma sono molto acuti nel capire la realtà, le falsità e le verità, anche nelle parole degli adulti. E infatti chiedono la verità, vogliono sapere da dove vengono, proprio perché su come funzionano certe dinamiche naturali hanno le idee chiare. E ci si potrebbe chiedere quanto “l’essere stato onesto” sulla maternità surrogata (una forma di fecondazione artificiale in cui una donna provvede alla gestazione per conto di una o più persone, i quali saranno il genitore o i genitori del nascituro) abbia soddisfatto i bambini che, come minimo, si saranno chiesti: “Ma la donna che mi ha portato per 9 mesi nella pancia, chi è?”.
Una domanda alla quale probabilmente non troveranno mai risposta, se non uno zuccheroso “eri nel mio cuore”, che può funzionare per addolcire temporaneamente la situazione, ma non cambia la realtà dei fatti.
Ed è proprio questo il nocciolo della questione: stravolgere la realtà per un proprio “diritto”, o meglio un capriccio, senza accettare quello che si è e quello che si può fare, e farlo sulla pelle di vite innocenti che non possono nemmeno difendersi.
E noi, siamo disposti a dire la verità? Ad affermarla?
- Teresina di Lisieux diceva:
“L’Amore per essere soddisfatto deve abbassarsi, abbassarsi fino al niente, e trasformare in fuoco questo niente”
Noi dobbiamo avere il coraggio di abbassarci al livello dei più piccoli, dei più indifesi, sia per difenderli, per salvare delle vite innocenti, sia per la loro semplicità e purezza, per la limpidezza dei loro ragionamenti, e imitarli in questo. Dobbiamo essere fuoco che illumina le coscienze, che fa verità su certe dinamiche distorte, che purifica da ideologie e visioni che annichiliscono la dignità delle persone fin dai primi istanti di vita, perché un domani qualsiasi persona possa avere la possibilità di venire al mondo non per un capriccio momentaneo di qualcun altro, ma per amore.
Marco Pirlo