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ESSERI UMANI: DA CONSUMARSI PREFERIBILMENTE ENTRO…

 

Continua, purtroppo, senza sosta l’offensiva scandalosa portata da Joe Biden e dal suo partito contro la vita umana, al suo valore ed alla sua dignità assoluta e incontrovertibile, dal concepimento alla naturale conclusione.

Il candidato democratico alla Casa Bianca ha, infatti, deciso di inserire nella sua squadra di esperti per fronteggiare l’epidemia di Covid 19, il dottor Ezekiel Emanuel.

62 anni, famoso eugenista, presidente del Dipartimento di etica medica e politica sanitaria dell’Università della Pennsylvania, dal 1997 presidente del Dipartimento di bioetica presso il Centro clinico del National Institutes of Health, nonché tra i principali architetti dell’Obamacare, il medico oncologo, presunto eticista, sostiene con convinzione che la vita umana, dopo i 75 anni non sarebbe degna di essere vissuta.

In tal senso appare quanto mai curioso ed ha quasi della comica ironia il fatto che a nominarlo per il suo nuovo incarico sia stato proprio un uomo che ha già ben superato quell’età, per l’appunto Joe Biden.

Emanuel già nel 2014 ha pubblicato su “The Atlantic” un saggio dal titolo: “Why I hope to die at 75” (Perché spero di morire a 75 anni) in cui ha scritto: “la morte è una perdita. Ci priva di esperienze e pietre miliari, del tempo trascorso con il nostro coniuge e i nostri figli. In breve, ci priva di tutte le cose che apprezziamo”, ma “anche vivere troppo a lungo rappresenta una perdita. Ci priva della nostra creatività e capacità di contribuire al lavoro, alla società, al mondo. Trasforma il modo in cui le persone ci vivono, si relazionano con noi e, cosa più importante, ci ricordano. Non siamo più ricordati come vibranti e impegnati, ma come deboli, inefficaci, persino patetici”. Ha, dunque, affermato che: “per molte ragioni, 75 anni è un’età abbastanza buona per smettere di vivere”. Successivamente ha dichiarato la sua intenzione di voler rifiutare, una volta raggiunta quella soglia, le cure mediche, di non assumere più farmaci, compresi gli antibiotici, perché a suo dire, esse protrarrebbero eccessivamente ed indebitamente la vita delle persone, per di più costringendole in uno stato penalizzante. Sarebbe, infatti, molto basso il numero di quelle che rimarrebbero attive ed autosufficienti dopo i 75 anni ed estremamente alte le spese che ogni Stato è costretto a sostenere per la loro cura, molto superiori rispetto ai fondi impiegati per i bambini e i giovani.

Più l’età avanza, più aumentano gli acciacchi ed i problemi di salute, oltre a manifestarsi un costante ed inesorabile degrado delle facoltà fisiche e intellettive, per cui risulta sempre meno possibile esprimere creatività, coltivare progetti ed aspettative, dedicarsi a qualsiasi tipo di attività.

In tal modo il medico ha sollevato la questione “se il nostro consumo valga il nostro contributo”una volta arrivati a questo punto.

Così, pertanto, il valore di una persona dovrebbe essere misurato dalla sua produttività, anche nella propria prospettiva futura, rispetto alla necessità d’impiego di denaro e risorse per sostenerla.

Si tratterebbe, in sostanza, di fare una mera analisi costi-benefici per stabilire se un’esistenza umana è meritevole di essere mantenutae portata avanti, oppure non sarebbe più conveniente stroncarla non appena questo bilancio dovesse diventare negativo ed essa perdesse utilità.

In pratica l’uomo verrebbe abbassato al livello di un oggetto, di un utensile, di uno strumento da usare fin quando non fosse più buono per il suo scopo e da gettare poi via come un rifiuto.

Questa è una chiara espressione dell’idea di selezione eugenetica e costituisce una pesante provocazione, soprattutto se sostenuta da un medico.

Viene da chiedersi ad esempio, anche alla luce del nuovo ruolo che il dottor Emanuel sarebbe chiamato a ricoprire, cosa ne sarebbe di una persona che, arrivata a 75 anni, dovesse contrarre il Coronavirus o un’altra malattia simile, e necessitasse di assistenza ospedaliera? La risposta è facilmente intuibile.

L’amministrazione Biden si presenta, pertanto, sempre più rovinosamente contraria al bene comune, per i nascituri, per gli anziani, per gli uomini e le donne di ogni generazione, considerando in maniera chiara ed inequivocabile chi è affetto da patologie costose o invalidanti, o semplicemente troppo piccolo o anziano, meno degno degli altri di essere difeso, amato e di ricevere cure, meno meritevole di vivere.

La battaglia per questo diritto fondamentale dell’uomo si preannuncia sempre più agguerrita.

Noi siamo pronti, non cederemo terreno.

Valerio Duilio Carruezzo

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