ASSURDO! UOMINI ABORTISTI MINACCIANO DI STUPRARE LE DONNE PRO-LIFE
Riportiamo di seguito un articolo che non avremmo mai voluto leggere, ma che ci catapulta prepotentemente nella realtà della violenza degli abortisti, mascherata da tolleranza e difesa della libertà … a senso unico.
Sebbene i fatti riportati risalgano a qualche tempo fa, la situazione lungi dall’essere cambiata si è ulteriormente esasperata, con un fronte abortista che sta agendo su tutti i livelli per poter distruggere i pro-life e avere campo libero per poter propagare il proprio odio per la vita.
Il movimento pro-choice si dichiara difensore dei diritti delle donne, ma diverse volte, attivisti pro-choice hanno minacciato e compiuto atti di violenza verso le donne. Uomini a favore dell’aborto hanno addirittura minacciato di stuprare le donne pro-life solo per aver parlato apertamente delle loro convinzioni pro-life. Per questi uomini l’aborto non è questione di diritti delle donne. Al contrario, spesso, ne fanno una questione di sesso senza conseguenze e di libertà di liberarsi del bambino incovenenientemente concepito, ed esplodono violentemente contro chi minaccia il loro stile di vita. Coloro che hanno questa mentalità disumanizzano le donne pro-life al pari dei bambini non-nati.
Daniel Becker è un attivista pro-life ex candidato alla Camera dei Rappresentanti. Il suo scopo durante la candidatura era di inserire pubblicità pro-life nella televisione. Secondo la legge, le stazioni TV non possono rifiutarsi di trasmettere le pubblicità dei candidati al Parlamento e quelle che Becker ha fatto trasmettere avevano delle foto di bambini abortiti. Subito dopo che le pubblicità sono state trasmesse, Becker ha iniziato a ricevere minacce telefoniche. Nel suo libro ha scritto delle telefonate, iniziando da questa:
“Avendo lavorato nei cantieri per oltre una decade, ero abituato al linguaggio pesante sul posto di lavoro ma quest’esperienza è stata diversa. Dopo 20 secondi di grida e di insulti disgustosi l’interlocutore si è reso conto che stavo ancora ascoltando. Senza più insulti rivoltanti ha maledetto e insultato me e la mia famiglia”.
Becker ha cercato di dialogare con l’interlocutore arrabbiato, rispettando la sua umanità e dignità di persona:
“Ricordandomi che anche gli interlocutori dal linguaggio osceno sono persone, ho aspettato che finisse gli insulti per cercare un terreno comune … solo dopo pochi minuti che cercavo di calmare gli animi per instaurare un dialogo ragionato è stato chiaro che non avrei ottenuto nulla. Rendendomi conto della sconfitta ho lentamente abbassato il telefono per riattaccare la telefonata.
Immediatamente il telefono ha iniziato a suonare di nuovo. Stavolta ho risposto con una presentazione, “Parla Daniel Becker”.
“Fot****” e dopo ha attaccato.
Ho affrontato una chiamata dopo l’altra, ognuna esattamente come la prima … la mia mente era preparata alla ragione e ad ingaggiare un dialogo ed un dibattito, ma le mie emozioni erano impreparate per l’ondata di odio che ho ricevuto.
Con il cuore pesante, ho risposto ad un’altra telefonata, “Parla Daniel Becker”.
Una voce calma e misurata mi ha chiesto “Vivi al 1862 di Liberty Grove?”
Alla fine, la voce stabile e calma ha portato la speranza di una conversazione ragionata.
“Si” è stata la mia risposta secca.
Ha detto il suo nome ed ha continuato “Sono un ex Navy Seal. Ho visto una foto di te e la tua famiglia sui giornali. Hai tre figlie bellissime. Sto venendo a stuprarle e ad ucciderti. Fot****! … per quello che hai fatto a me e alla mia famiglia!! (1)”
Le chiamate violente sono continuate per tutta la notte.
Un’altra vittima minacciata di strupro è una studentessa all’Università di Windsor in Canada. La studentessa, Maggie, ha postato un video su Facebook raccontando il suo calvario:
“Sono stata ripetutamente disumanizzata nel mio campus a causa delle mie opinioni pro-life. Ero soggetto di discussione nella mia classe. Un professore mi ha sputato addosso durante una sensibilizzazione sul tema aborto nel campus. La polizia del campus ha minacciato di arrestarmi. Sono stata attaccata vicino al campus da un uomo che mi ha chiesto se avrei abortito dopo che lui mi avesse stuprato.
Dopo, ha messo una foto di un bimbo abortito nella mia cassetta postale, con una scritta “Il tuo bambino dopo che ti ho stuprata”. Ero terrorizzata a tal punto da non uscire di casa. Sono stata bocciata ai corsi, ho perso amici e passato ore in terapia.
I professori, la polizia del campus, il centro antiviolenza per le donne e l’unione degli studenti perpetuavano un ambiente disumanizzante ad un livello tale per cui qualcuno si sentiva giustificato ad aggredirmi. Loro mi disumanizzavano così lo ha fatto anche lui”.
Non solo Maggie ha subito aggressioni e minacce di stupro, ma non ha ricevuto neanche il supporto o l’aiuto dalla polizia del campus. Le organizzazioni che dovrebbero proteggere gli studenti hanno fallito con lei e hanno addirittura contribuito al suo trauma emozionale.
Quanto odio può covare un professore per sputare in faccia ad uno studente? Quanto deve essere corrotta la polizia del campus per ignorare le minacce di stupro nei confronti di una giovane donna vulnerabile? Chiaramente, questi attivisti a favore dell’aborto non rispettano le donne.
Un’altra vittima minacciata di stupro è la giornalista conservatrice Denise McAllister. Lei è una vittima di stupro ma questo non ha fermato gli attivisti pro aborto dal minacciarla di violenza sessuale. Dopo aver postato un tweet pro-life, McAllister è stata più volte vittima di minacce. Ha dichiarato:
“Sono minacce che esulano da Twitter, hanno detto che sanno dove vivo. Minacce di stupro e strangolamento. La mia casa è sotto sorveglianza. I miei figli sono molto spaventati”.
Quando gli attivisti pro-aborto minacciano di stupro le donne pro-life, mostrano la loro mancanza di rispetto per tutte le donne.
1. Daniel Becker Personhood (Alpharetta,Georgia:TSK Publications,2011) 10-11.
Fonte: LiveAction
Traduzione di Erika Fancelli