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Un’esistenza segnata dalla violenza, ma Laura sceglie la vita!

Riportiamo qui una testimonianza particolarissima e toccante, da leggere con attenzione e molta calma a causa dei contenuti forti ed evocativi di un grandissimo dolore ma anche di una grandissima speranza per una vita che riesce a superare tremende sofferenze che per i più sembrano insormontabili e riesce a vincere la morte. Ringraziamo di cuore Laura Buonanno e la abbracciamo, spronandola a continuare a lottare senza arrendersi! Lei è la dimostrazione vivente che nonostante tutto il male subito si può essere dalla parte della vita!

Salve a tutti, mi chiamo Laura e ho 19 anni. Non ho avuto un’infanzia rose e fiori, anzi non ho avuto per niente un infanzia. Ad un mese di vita mia madre mi “abbandonò” ai miei nonni materni, ha preferito andarsene e divertirsi piuttosto che prendersi la responsabilità di una bambina. In fin dei conti la capisco, aveva la mia età quando mi ha data alla luce, anche se mi ha sempre rinfacciato che sono nata da un aborto mancato, fortunatamente andato male. Una volta cresciuta abbastanza, avevo sei anni, i miei tornarono per riprendermi con loro e mi portarono dove abitavano ma da lì iniziò il mio inferno … Tutti i giorni mio padre mi picchiava, anche se non facevo nulla, anche se solo respiravo ma fortunatamente una volta arrivata l’estate tornavo per tre mesi dai miei nonni. Ad otto anni ebbi il mio primo ciclo mestruale, non avrei mai pensato di soffrire così tanto per un po’ di sangue ed invece soffrivo da sola ed in silenzio, avevo paura che mio padre mi picchiasse … Dopo un anno, a nove anni, mentre ero a scuola, quattro ragazzi molto più grandi di me mi violentarono ma non dissi nulla a nessuno, avevo paura. Da quella violenza rimasi incinta.

Dopo neanche due mesi completi (6 settimane), delle ragazzine, per puro divertimento, mi spinsero dalle scale. La conseguenza fu un aborto spontaneo con fuoriuscita del feto senza neanche l’ausilio del raschiamento. Caddi in depressione, iniziai a fumare e diventai autolesionista, arrivai a ricoprirmi quasi l’intero corpo di tagli, buchi, scottature da sigaretta ed altro… Avevo tanta paura di parlarne con qualcuno, ero completamente sola ad affrontare questa situazione. Alcuni anni dopo ci fu un terremoto dove abitavo, metà della mia casa crollò e fui affidata nuovamente ai miei nonni. Ero felicissima di tornare da loro, ma non avevo fatto i conti con la scuola nuova, le medie. All’inizio pensavo che sarebbe stato facile, bastava studiare, fare i compiti e comportarsi bene in classe. Purtroppo mi sbagliavo: non avevo fatto i conti con il bullismo… Prima media, attirata con forza nei bagni maschili da un mio compagno di classe, testa sul wc, perdita di sangue. Dopo essermi pulita la testa nel bagno femminile tornai in classe come se nulla fosse; ancora una volta ripresi la “mia amica lametta”.

Premettendo che sono sempre stata cagionevole di salute, ripetei l’anno a causa delle ore di assenze superate. Per la seconda volta mi ritrovai in prima media, all’inizio del secondo trimestre, accanto ai bagni femminili vi era un aula vuota, un ragazzo di terza mi prende il braccio e mi porta li dentro, era tutto coperto, si levò la cinta dai passanti dei pantaloni, mi chinò sulla cattedra e mi diede la cinta dietro la schiena. Tornata a casa dolorante, per la prima volta tentai il suicidio, ma non ce la feci. Per tutti e quattro gli anni delle medie ho subito bullismo psicologico, a parer mio il più terribile. Alle medie andavo da sola a scuola, per strada la mattina incrociavo sempre un signore (sulla cinquantina) che un giorno si fermò con la macchina davanti a me, mi sorrise in maniera perversa e poco amichevole, scese dal veicolo e mi spinse verso l’interno della macchina, fui salvata dai vigili che in quel momento stavano passando proprio da lì.

Il pomeriggio, per la seconda volta tentai di togliermi la vita e per la seconda volta non riuscii nel mio intento. Riprovai la terza, la quarta, la quinta ed altre volte, fino ai 17 anni, quando ebbi finalmente un po’ di libertà e di respiro. Tuttavia nel Marzo 2016, reparto di ematologia, primo esame, la dottoressa incredula dei risultati me ne fece un altro, alla fine venne da me quasi in lacrime a dirmi che non avrei mai potuto avere figli… Caddi nuovamente nello sconforto più totale, il mio sogno era avere dei figli, proprio perché a nove anni la mia bellissima creatura fu uccisa … Mi chiusi in me stessa, continuavo a tagliarmi e piangere ogni giorno, fino a quando nell’estate 2017, l’estate più bella della mia vita, conobbi la persona che mi ha salvata dalla depressione e dal baratro totale… Ogni giorno mi stava accanto, mi aiutava a sorridere e a riprendere la mia vita in mano. Nell’aprile 2018 ebbi la gioia più grande della mia intera esistenza: ero incinta di sette settimane (quasi otto). Adesso, a 19 anni, la mia vita ruota intorno alla mia piccola creatura e la mia principessa, che amo con tutto il cuore, nascerà a novembre 2018. Non vedo l’ora di conoscere colei che ha cambiato e mi cambierà la vita …

Adesso, voglio dirvi poche parole ma che per me hanno un grande significato: se hai l’opportunità di dare la vita fallo, non togliere il respiro ad una nuova creatura, infondo è innocente non ti ha fatto nulla di male, anzi ti porterà gioia, ma nel caso non sei proprio pronta, non ammazzarlo, porta avanti la gravidanza e magari affidalo alle famiglie più sfortunate che non possono averne ma che lo desiderano con tutto il cuore.

Anche se a nove anni ero troppo piccola per prendermene cura, mai e poi mai avrei tolto la vita a quell’esserino innocente e se i miei genitori avessero solo provato a farmi abortire li avrei rinnegati. Spero tanto che questo messaggio arrivi al cuore delle persone.

Non abortite vi prego …
Date la vita e non toglietela …

Sinceri saluti,
Laura Buonanno

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