Il giorno della memoria
Il 27 Gennaio 1945 i cancelli di Auschwitz furono abbattuti dalla 60esima armata dell’esercito sovietico.
Le strutture in cui gli ebrei persero la vita furono più di 42 mila ed i morti tra i 15 ed i 20 milioni.
Un genocidio vero e proprio.
I nazisti consideravano gli ebrei e tutti coloro che venivano deportati nei campi di concentramento (disabili e neri per esempio) come “non umani”.
La loro vita non valeva nulla, potevano e dovevano essere eliminati senza alcun pensiero.
Oggi ricordiamo questo triste anniversario perché la memoria è un’arma che abbiamo per non ripetere nuovamente queste tragedie.
Però c’è un genocidio che imperterrito va avanti ancora oggi, e che toglie la vita ad 1 bambino ogni 5 minuti in Italia.
Avviene anche a pochi passi da casa nostra e la maggior parte delle persone non ne è neanche consapevole.
È l’omicidio dei non nati, i più piccoli, i più indifesi che non vedranno mai la luce del giorno, perché non sono considerati esseri umani, come gli ebrei, come i neri nella tratta degli schiavi.
E come all’epoca del nazismo c’erano le leggi razziali che permettevano tutto questo, ora nella nostra Italia c’è la legge 194 che legalizza l’uccisione del più piccolo, dell’embrione indifeso, che non ha neanche la voce per difendersi.
Anche noi oggi non dobbiamo dimenticare, ma lottare perché il diritto alla vita di ogni essere umano sia rispettato.
Alziamoci in piedi per la Vita e lottiamo per una società più giusta, come un tempo ha fatto Sophie Scholl che, con i ragazzi della rosa bianca, diffondeva nelle università tedesche volantini anti nazismo.
Anche la nostra, come quella dei ragazzi della rosa bianca, è una chiamata al coraggio, a non temere di fare la cosa giusta.
Per non dimenticare mai gli innocenti che tutt’ora sono uccisi.
Per essere portatori del cambiamento.
Chiara Chiessi