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In Marcia per la Vita

L’America ha marciato per la Vita venerdì 19 Gennaio. Migliaia e migliaia di persone si sono date appuntamento al National Mall di Washington, dove sorge il Lincoln Memorial in onore del sedicesimo presidente degli Stati Uniti che pronunciò la famosa frase:

“Nessuna legge mi dà il diritto di fare ciò che è sbagliato”.

Il presidente Trump, per la prima volta nella storia in 45 anni di Marcia, è intervenuto in prima persona per ribadire l’importanza di difendere la vita umana.

“Stiamo proteggendo la sacralità della vita e della famiglia”.

Il presidente ha detto inoltre che il movimento pro vita è generato dall’amore verso le famiglie, il prossimo, la Nazione e per ogni bambino nato e non nato, che è un dono di Dio.

Non è infatti l’amore che spinge a difendere la vita umana, specialmente la più fragile e dimenticata?

Ma c’è di più. Trump ha istituito per il 22 Gennaio, data dell’approvazione della famigerata Roe vs Wade (la legge che ha legalizzato l’aborto nel continente americano), la giornata nazionale della sacralità della vita, per ricordare i milioni di bambini uccisi con l’aborto e la necessità di difenderli in ogni momento.

Dalle numerose foto presenti in rete, risulta evidente come protagonisti della marcia americana siano giovani e giovanissimi, che con coraggio e perseveranza stanno cambiando il corso della storia ed aprendo una nuova pagina nei diritti umani.

I cartelli che hanno portato alla marcia raccontano le loro storie:  una ragazza ha scritto in uno che doveva essere abortita 24 anni fa, ma che la madre ha cambiato idea all’ultimo momento.

Altri ancora mostravano ex dipendenti di Planned Parenthood con la scritta “I’m pro life now”, o anche ragazze pentite di aver abortito.

C’era una varietà incredibile, tante storie e tanti eroi nascosti che hanno marciato con passione e convinzione. Un vero e proprio popolo della vita.

Perché in questa battaglia non è il numero a far vincere, ma solo la forza delle idee può far invertire la rotta.

La Marcia per la vita italiana avrà luogo a Roma il 19 Maggio. Perché non si può mancare?

Perché stiamo parlando di diritti umani negati a bambini che ogni cinque minuti vengono uccisi nei nostri ospedali.

Stiamo parlando di una legge da poco entrata in vigore, le DAT, che va a colpire le categorie più indifese della società: i malati e gli anziani.

Stiamo parlando di 40 anni di 194 che ha eliminato 6 milioni di vite, più dei morti italiani della prima e della seconda guerra mondiale.

Noi ci saremo.

Per dimostrare al mondo che siamo la generazione che abolirà l’aborto.

Chiara Chiessi

 

 

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