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L’Adorazione Eucaristica, motore della militanza pro-life.

Il prossimo venerdì, dalle ore 20:00, nella Chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli a Roma, si svolgerà un’ora di Adorazione Eucaristica in cui si pregherà specialmente per la difesa della vita, in riparazione dei peccati pubblici contro di essa e per impetrare a Dio la grazia dell’abrogazione di tutte le leggi ingiuste lesive della vita umana innocente vigenti nel nostro paese come la 194/78 sull’aborto procurato e la 40/04 sulla fecondazione artificiale. Questa occasione di preghiera ha sempre avuto luogo il giorno precedente alla Marcia per la Vita e lo scopo è quello di accompagnare e alimentare la militanza del popolo pro-life nella pubblica piazza. Una militanza senza la preghiera è come una pianta senz’acqua: non può svilupparsi e ottenere dei veri frutti.

Ma, ci si potrebbe chiedere, per quale motivo è così importante (almeno) un’ora di Adorazione Eucaristica? La prima risposta ci viene fornita dal Concilio di Trento, quando definisce l’essenza dell’Eucarestia: «Nel Sacramento dell’Eucarestia dopo la consacrazione del pane e del vino si contiene veramente, realmente, e sostanzialmente, Gesù Cristo vero Dio e vero uomo» (Sessione XIII).

Se nel SS. Sacramento è realmente presente Nostro Signore in Corpo, Sangue, Anima e Divinità, allora l’atto di adorazione, che si deve a Dio, dovrebbe essere più che naturale. Oggigiorno, si assiste ad un affievolimento su vasta scala della devozione eucaristica, motivo per cui è di fondamentale importanza riscoprire il senso e la necessità di una pratica così pia e santa. Né si possono dimenticare le parole che lo stesso Gesù Cristo rivolse a santa Margherita Maria Alacoque (1647-1690), portavoce della famosa devozione al Sacro Cuore: «Ho sete, ed una sete così ardente d’essere onorato nel SS. Sacramento, che essa mi consuma; e non trova alcuno che si sforzi secondo il mio desiderio di estinguerla, rendendo qualche contraccambio al mio amore … Tu almeno supplisci alla loro ingratitudine, per quanto ne sei capace».

Il SS. Sacramento è un dono mirabile di Dio alle sue creature, tanto da far esclamare a sant’Agostino (354-430) che Dio «pur essendo potentissimo, non poté dare di più; pur essendo sapientissimo non seppe dare di più; pur essendo ricchissimo non ebbe nulla di più prezioso da dare».

Ancora, ci ricorda sant’Alfonso Maria de’ Liguori (1696-1787), che «l’amatissimo nostro Redentore, dovendo partirsi da questa terra per tornare al Padre, non volle lasciarci soli in questa valle di lacrime e perciò istituì il SS. Sacramento dell’Eucarestia in cui ci lasciò tutto se stesso» (La via della salute, Meditazione I, n. 207).

Quale preghiera più potente ed efficace allora, dopo la S. Messa, dell’Adorazione Eucaristica, a maggior ragione se in concomitanza con la recita del S. Rosario, come sempre si è usato nelle adorazioni pre-marcia?

La seconda risposta sta nella desolazione che ha lasciato intorno a noi quella cultura di morte la cui suprema manifestazione è data dalle leggi inique che ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, continuano a mietere vittime umane innocenti. Si fa un gran parlare della denatalità, della crisi demografica, di quali possano essere le soluzioni a questo fatale collasso della società. La scorsa settimana, l’11 e il 12 maggio, alla presenza di Papa Francesco e della premier Giorgia Meloni, si è svolta la terza edizione degli Stati Generali della Natalità. Un evento in cui non sono mancate giuste osservazioni, ma che purtroppo non sembrano sufficienti per inquadrare le profonde e reali cause di un tale ingente fenomeno.

Non si ha il coraggio di denunciare il vero colpevole: il peccato e, in special modo, il peccato pubblico, legittimato ed incentivato nel nostro ordinamento giuridico da leggi inique che si stenta a riconoscere come tali e a combattere con tutto il vigore necessario. Tali peccati, prima ancora che un danno per gli uomini, sono un’offesa a Dio, perché sconvolgono l’ordine mirabile con cui Egli ha creato e sostiene nell’essere tutto ciò che esiste. Si rende pertanto necessario, ancor prima di chiedere grazie (alle quali, comunque, si dovrebbe esser disposti a corrispondere), domandare perdono e offrire riparazione per questi gravi delitti, arditamente definiti come “diritti”. Con queste riflessioni, non resta che rinnovare l’invito per il 19 maggio prossimo, auspicando che tante voci si levino in difesa della vita umana innocente ripetendo con devozione, in tale occasione, la tradizionale giaculatoria: «Adoriamo, ringraziamo, preghiamo e consoliamo con Maria Immacolata il santissimo e amatissimo Cuore Eucaristico di Gesù».

Fonte: Corrispondenza Romana

Fabio Fuiano

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