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Il giudice di un distretto degli USA ordina la revoca dell’approvazione FDA alla pillola abortiva

Cari amici, interessanti notizie sul fronte americano riguardo alla pillola abortiva RU486.

Lo scorso 7 aprile il giudice della Corte distrettuale Matthew J. Kacsmaryk ha deciso di annullare l’approvazione da parte della Food and Drug Administration (FDA) del mifepristone, il farmaco abortivo approvato negli Stati Uniti nel 2000. Kacsmaryk ha concesso una settimana di tempo per l’entrata in vigore dell’ordine, dando all’amministrazione Biden il tempo necessario per presentare ricorso.

Il Dipartimento di Giustizia dell’amministrazione Biden ha presentato una notifica di ricorso in appello al Quinto Circuito lo stesso giorno in cui il giudice Kacsmaryk ha emesso la sua decisione, e il 10 aprile ha ufficialmente presentato il suo ricorso, chiedendo che la decisione della corte distrettuale sia sospesa fino a quando il Quinto Circuito non deciderà il da farsi.

La sentenza prevede che il mifepristone, il primo farmaco somministrato nella procedura di aborto chimico, non abbia più l’approvazione della FDA e ciò potrebbe portare ad una nuova revisione di tale farmaco da parte della FDA. In previsione di questa sentenza, l’industria abortista ha programmato il passaggio ad una metodologia d’aborto a base di solo misoprostolo, che ha un alto tasso di fallimento. Tuttavia, alcune aziende che praticano l’aborto, tra cui Whole Women’s Health, hanno annunciato che «non smetteranno immediatamente di prescrivere il mifepristone» sulla base della sentenza di Kacsmaryk.

Il misoprostolo è il secondo farmaco somministrato nella procedura di aborto chimico. Mentre il primo farmaco, il mifepristone, agisce bloccando l’ormone naturale del progesterone (privando il bambino dei nutrienti necessari alla sua crescita), il misoprostolo provoca contrazioni che provocano l’espulsione del bambino dall’utero.

«La Food and Drug Administration statunitense ha preferito la politica alla scienza quando ha spinto per la legalizzazione dei farmaci abortivi mifepristone e misoprostolo nel 2000», ha dichiarato Alliance Defending Freedom (ADF), il team legale che rappresenta l’Alliance for Hippocratic Medicine, l’American Association of Pro-Life Obstetricians and Gynecologists, l’American College of Pediatricians, le Christian Medical & Dental Associations e altri nella causa intentata contro la FDA a novembre.

L’ADF ha aggiunto che «l’unico modo con cui la FDA riuscì ad approvare i farmaci fu quello di caratterizzare la gravidanza come una “malattia” e di sostenere che tali farmaci forniscono un “significativo beneficio terapeutico”. Le associazioni e i medici che hanno intentato la causa hanno spiegato che, approvando i farmaci per l’aborto chimico, la FDA non ha rispettato i suoi obblighi legali di proteggere la salute, la sicurezza e il benessere delle ragazze e delle donne».

Per di più, la FDA «non ha mai studiato la sicurezza dei farmaci nelle condizioni d’uso indicate, ha ignorato i potenziali impatti del blocco ormonale sullo sviluppo delle ragazze adolescenti, ha ignorato le prove sostanziali che i farmaci abortivi causano più complicazioni degli aborti chirurgici e ha eliminato le necessarie garanzie per le ragazze e le donne incinte che si sottopongono a questo pericoloso regime farmacologico».

Oltre ad aver approvato i farmaci su un «terreno legale e morale traballante», come ha spiegato il consigliere senior dell’ADF, Erik Baptist, la FDA ha eluso per anni le proprie responsabilità.

Nel 2016, la FDA ha esteso il limite gestazionale per uccidere legalmente i bambini tramite pillola abortiva da sette settimane a dieci. Come se non bastasse, ciò espone le donne ad un maggiore rischio di complicazioni dovute al già pericoloso regime di somministrazione della pillola abortiva, poiché l’aborto diventa più rischioso man mano che la gravidanza prosegue. All’epoca, l’FDA modificò anche il dosaggio e il metodo di somministrazione della pillola abortiva, ridusse da tre a una le visite mediche necessarie per l’assunzione della stessa e permise a personale non medico di prescrivere e somministrare il mifepristone. Inoltre, l’FDA ha fatto in modo che gli abortisti non dovessero più far rapporto al produttore di eventuali complicazioni non mortali dovute alla pillola abortiva, contribuendo così a nascondere la loro effettiva portata a seguito della riduzione di tutele approntata.

Poi, nel 2021, sotto la presidenza Biden, la FDA decise che i farmaci abortivi potevano essere spediti per posta – una violazione diretta della legge federale. Nel 2023, la FDA ha annunciato la decisione di consentire alle farmacie al dettaglio di diventarne distributori.

La fondatrice e presidente di Live Action, Lila Rose, ha dichiarato:

«Più di vent’anni fa, la FDA ha ceduto alle pressioni della lobby abortista e ha trascurato la salute e la sicurezza di donne e bambini per approvare la distribuzione del mifepristone, il cui uso inteso è quello di affamare un bambino vivo».

«Questo farmaco mortale è approvato per l’uso fino a dieci settimane di gravidanza, quando un bambino umano ha braccia, palpebre, dita, piedi e organi. Questi bambini hanno un cuore che batte e, se non fossero intenzionalmente uccisi, vivrebbero. In combinazione con il misoprostolo, la pillola abortiva rappresenta oltre la metà di tutti gli aborti negli Stati Uniti». Ha poi aggiunto: «Il compito dell’’assistenza sanitaria è curare. Non uccidere. La decisione della FDA di approvare la pillola abortiva è stata gravemente ingiusta fin dall’inizio e ha rappresentato una grave ferita nell’anima del nostro Paese. Questa sentenza è un enorme passo avanti verso la protezione delle donne e dei loro figli non ancora nati, ma la battaglia non finisce qui. Ci aspettiamo che questa decisione venga impugnata dai sostenitori dell’aborto e che alla fine possa arrivare alla Corte Suprema».

Fonte: Live Action

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