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Parlare di aborto a scuola? Si può!

Lunedì 23 gennaio siamo stati invitati, come UpV Genova, a fare una lezione sul tema dell’aborto in una quinta superiore di un liceo genovese. La lezione prevedeva una panoramica generale sull’aborto (definizione, aborto farmacologico e chirurgico, conseguenze fisiche e psicologiche, dati sul numero di aborti eseguiti annualmente, spiegazione dell’origine della legge 194).
L’insegnante da cui abbiamo ricevuto l’invito ci aveva già avvertito che la maggior parte dei ragazzi di quella classe non sarebbe stata in linea con il nostro pensiero. Questo fatto non ci aveva stupito più di tanto, ma ci dava qualche pensiero in merito allo svolgimento della lezione. Pensieri che sono svaniti non appena abbiamo cominciato la lezione, perché da subito i ragazzi si sono dimostrati partecipativi, realmente interessati all’argomento, curiosi di saperne di più, instaurando un dibattito pacato e costruttivo nel corso di tutta la nostra presentazione.
Ci sono stati alcuni momenti salienti nel corso della lezione. Già alla prima slide della presentazione, alla domanda “Come definireste un aborto?”, uno degli studenti ha prontamente risposto “Una scelta”. Mai riposta poteva essere più indicativa della cultura in cui sono immersi questi ragazzi. Tant’è che abbiamo dovuto guidarli passo passo nel ragionamento per far loro ammettere che l’aborto comporta la soppressione di un essere umano innocente.
Sono seguite poi spiegazioni sull’aborto farmacologico e chirurgico, e in particolare in questa fase i ragazzi hanno mostrato più apertamente i loro sentimenti, perché, alla vista delle foto e delle immagini che mostrano cosa è concretamente un aborto chirurgico, con il feto fatto a pezzi e poi ricostruito sul tavolo, i loro volti sono passati a esprimere una vasta gamma di sentimenti: sbigottimento, orrore, stupore, tristezza.
Più che porre delle obiezioni nel corso della lezione i ragazzi hanno chiesto dei chiarimenti, degli approfondimenti, segnale decisamente da non sottovalutare. L’obiettivo di oggi era quantomeno far prendere coscienza della realtà dell’aborto.
La speranza è che questo incontro sia il primo di una serie, dove potremo approfondire ulteriormente l’argomento e anche trattarne altri legati alla difesa della vita.
Un ringraziamento doveroso a chi ha reso possibile questo incontro, e anche a chi ha pregato per noi e per la buona riuscita di questo incontro. Davvero abbiamo toccato con mano ciò che Papa Giovanni Paolo II esprimeva nella Evangelium Vitae al punto 100:


«In questo grande sforzo per una nuova cultura della vita siamo sostenuti e animati dalla fiducia di chi sa che il Vangelo della vita, come il Regno di Dio, cresce e dà i suoi frutti abbondanti (cf. Mc 4, 26-29). È certamente enorme la sproporzione che esiste tra i mezzi, numerosi e potenti, di cui sono dotate le forze operanti a sostegno della “cultura della morte” e quelli di cui dispongono i promotori di una “cultura della vita e dell’amore”. Ma noi sappiamo di poter confidare sull’aiuto di Dio, al quale nulla è impossibile (cf. Mt 19, 26)».


Amici degli Universitari per la Vita di Genova

1 commento »

  1. Grazie per quello che fate… Non arrendetevi mai anche di fronte al buio! quel granellino che sembra così poco o che pare non dia alcun frutto può salvare anche solo una vita, per cui ogni sforzo conta.. Fate tutto ciò che è necessario, sempre

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